Nel 1522 Ludovico Ariosto era stato inviato nella Garfagnana come governatore dal Duca Alfonso, in una lettera a lui indirizzata lo pregava di farlo rientrare a Ferrara, nella sua città e dalla sua donna, con queste parole:
“Io ‘l confesso ingenuamente, ch’io non sono omo da governare altri omini, chè ho troppa pietà, e non ho fronte di negare cosa che mi sia domandata.”